Gli attacchi di panico sono una delle malattie dei tempi moderni e in Italia ne soffre tra il 2 e il 4% della popolazione adulta, soprattutto donne, come riporta uno studio recente dell’Associazione Europea Disturbi di Attacchi di Panico (Eurodap). Una patologia che nasce dall’ansia, ‘dalla paura di avere paura’, e che trova terreno fertile nei ritmi di vita e nello stress che caratterizzano il III millennio: non a caso, le aree metropolitane sono quelle dove se ne riscontra la maggiore incidenza.
Il primo episodio – come raccontano le vittime – si manifesta di solito in modo improvviso e inaspettato: la frequenza cardiaca aumenta, il respiro si fa difficoltoso, sopraggiunge una sensazione di nausea, vampate di calore si alternano a brividi di freddo, la sudorazione si fa abbondante e si possono avvertire formicolio o paresi in alcune parti del corpo. Ma, soprattutto, si ha paura, una paura irrazionale di morire, impazzire e, in generale, di perdere il controllo di sè.
Una reazione spiegata fisiologicamente dal meccanismo ‘combatti o fuggi’ del corpo, ma che precipita le persone colpite in un circolo vizioso, che le porta a temere il verificarsi di nuovi episodi fino a diventare prigioniere della malattia: quando questo accade, si parla di disturbo da attacchi di panico (DAP) che, nei casi più gravi, può sfociare nel rifiuto di uscire di casa e di andare in luoghi aperti, che sfuggono al controllo, dando origine ad agorafobia.
“Di certo si tratta di un problema curabile, soprattutto adesso che, grazie anche a una maggior attenzione da parte dei medici di base, sta cominciando ad uscire dal sommerso” ha spiegato recentemente a Repubblica Osvaldo Sponzilli, medico chirurgo specializzato nel trattamento del disturbo di panico con l’agopuntura e i prodotti omeopatici. Un approccio alternativo, al quale fanno da contraltare altri più ‘classici’, come la psicoterapia e la terapia farmacologica.
Sicuramente, come viene sottolineato da più parti, se da un lato è importante non cadere nella trappola della ‘ansia anticipatoria’, dall’altro è altrettanto necessario non vergognarsi di chiedere un sostegno: come dimostrano anche i casi di Federica Pellegrini, Martina Stella, Violante Placido e, più recentemente di Patty Pravo – costretta a rinunciare a calcare le scene – gli attacchi di panico sono una vera e propria malattia e non una forma di ipocondria.
